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Sanremo 2015 – La terza serata… la serata degli omicidi

Questa di solito è la serata che ho sempre temuto di più, quella della in cui i partecipanti di solito assassinano a colpi di cover quelle che di solito sono delle belle canzoni.
Per ora l’omicidio peggiore è stato quello di Emma & Annalisa ai danni di Per Elisa di Alice,  canzone che vinse il Festival nel 1981.

La scaletta comprende:

  • Annalisa – Ti sento (Matia Bazar) 1985
  • Bianca Atzei – Ciao amore ciao (Luigi Tenco e Dalida) Sanremo 1967
  • Malika Ayane – Vivere (Vasco Rossi) 1993
    Biggio e Mandelli – E la vita e la vita (Cochi e Renato) 1974
  • Alex Britti – Io mi fermo qui (Dik Dik e Donatello) Sanremo 1970
  • Chiara – Il volto della vita (Caterina Caselli) 1968 (cover di The Days Of Pearly Spencer  di David McWilliams 1967)
  • Dear Jack – Io che amo solo te (Sergio Endrigo) 1962
  • Grazia di Michele e Platinette – Alghero (Giuni Russo) 1986
  • Lara Fabian – Stò Male (Ornella Vanoni) 1973 (cover di Je Suis Malade di Serge Lama e portata al successo da Dalidà)
  • Lorenzo Fragola – Una città per cantare (Ron) 1980 (cover di The Road di Danny O’ Keefe 1972 ma portata al successo da Jackson Browne nel 1977)
  • Irene Grandi – Se perdo te (Patty Pravo) 1967 (cover del brano The Time Has Come, del 1967, scritto da Paul Korda e portata al successo da P. P. Arnold)
  • Gianluca Grignani – Vedrai vedrai (Luigi Tenco) 1965/1967
  • Il Volo – Ancora (Edoardo De Crescenzo) Sanremo 1981
  • Marco Masini – Sarà per te (Francesco Nuti) Sanremo 1988
  • Moreno – Una carezza in un pugno (Adriano Celentano) 1968
  • Nek – Se telefonando (Mina) 1966
  • Nesli – Mare mare (Luca Carboni) 1992
  • Raf – Rose rosse (Massimo Ranieri) 1968/1969
  • Anna Tatangelo – Dio come ti amo (Domenico Modugno – Gigliola Cinquetti) Sanremo 1966
  • Nina Zilli – Se bruciasse la città (Massimo Ranieri) 1969

Per la prima volta nella serata delle cover si gareggia e ci sarà un vincitore che vince un nuovo tipo di fiore che per l’appunto di chiama… Cover.
Per  gli ospiti della terza serata: Spandau Ballet, Saint Motel, Luca e Paolo, Massimo Ferrero.

 

sanremo-2015

 

All’apertura della terza serata del Festival  le “nuove proposte” si esibiranno in due sfide dirette: Amara vs Rakele e Giovanni Caccamo vs Serena Brancale.

Giovanni Caccamo con Ritornerò da te  contro Serena Brancale con Galleggiare è la prima sfida.
Caccamo  è il primo ad esibirsi e la sua è una canzoncina gradevole, molto probabilmente Caterina Caselli, della quale scuderia Caccamo fa parte, ha colpito ancora.

C’è da dire che fino ad ora le nuove proposte sono state estremamente più intonate dei Big.
Bello anche il pezzo della Brancale, dalle atmosfere jazzate e con la bella voce:  questa si che è una vera sfida. Io li avrei presi entrambi, ma passa il turno Giovanni Caccamo.

Seconda sfida è tra Amara con Credo e Rakele con Io non lo so cos’è l’amore.
Amara, che proviene da Area Sanremo, interpreta la sua Credo come il solito pezzo scontato e sinceramente la voce non mi fa impazzire. Quasi lo stesso discorso per Rakele,  a parte la voce migliore, ma la canzone è assolutamente insulsa.
Passa il turno  Amara e Carlo Conti fa una bella figura di merda sbagliando a dire chi ha vinto.

Federico Paciotti (ex chitarrista dei Gazosa) a sorpresa  sul palco: mix inutile di rock e opera,  si cominci con i delitti…
La prima cover è Rose Rosse di Massimo Ranieri affidata a Raf, e Conti immediatamente sbaglia l’anno della canzone originale menzionando il 1972. Anche stasera Raf ha scordato la voce a casa e il primo omicidio è compiuto,anche se non so se era peggio la voce o il vestito.

EmmaRRone introduce Irene Grandi alle prese con Se Perdo Te di Patty Pravo: decisamente meglio la sua interpretazione, molto simile alla versione di PP. Arnold e a voce ci siamo, e si vede che si sta divertendo, brava Irene.
Moreno è il terzo ad arrivare con Una Carezza in un Pugno, e Arisa giustamente ricorda  la particolarità del singolo originale di Celentano: la canzone era posta sul lato b. Moreno “la stecca fuoritono umana” la distrugge a tempo di reggae… mi sta tornando su il cenone di Natale.

Dopo arriva la Tatangela che alle prese con Dio come ti amo, la canzone vincitrice del Sanremo 1966, fa la sua discreta figura stavolta. Naturalmente Emma sbaglia la presentazione piazzandola a Sanremo 1968… ma una controllatina da parte degli autori no? Oppure lei ha sbagliato lei a leggere il gobbo?

Collegamento via spazio con Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana nello spazio… ed azzecca anche lei la canzone di Sanremo, Luce di Elisa vincitrice di Sanremo 2001.

Non ci posso credere Moreno la Stecca Umana passa il turno della gara delle cover.

Secondo gruppo di cover, i primi sono I soliti Idioti che hanno scelto E la vita è la vita di Cochi e Renato in versione semijazzata, smorzando l’ironia della versione originale e facendo venire la voglia di lanciafiamme.

Il Karaoke sanremese procede con Chiara e Il volto della Vita: buona la voce ma niente di che, la forza interpretativa della Caselli era unica. Non ci siamo.

Nesli è il prossimo con Mare Mare di Luca Carboni… che carboneggia abbastanza,  poi rappeggia e rovina il tutto.

Si passa a Nek con Se Telefonando di Mina, scritta da Maurizio Costanzo e Morricone: versione rocckeggiante alla Nek, non male e decisamente più intonato di altri, e non sfigura con la versione originale. Per ora è stato il più bravo (certo, i DeltaV erano un’altra cosa).

Momento tragico con Luca e Paolo… spero sempre nel rullo compressore.

Vince Nek e passa alla finale delle cover, mi sembra giusto.

Terzo Gruppo di cover, il karaoke riparte con i Dear Jack che hanno scelto Io che amo solo te di Sergio Endrigo del 1962, giustamente ricordato da Arisa: versione rock ed ennesimo omicidio.

Grazia di Michele e Platinette scelgono Alghero di Giuni Russo, del 1986: lei svociata (e se pensate che insegna canto, più che ironico è veramente tragico) e lui divertente ma sempre di un omicidio si tratta. Non so se sia peggio questa versione o il remix che sta tirando fuori la Sisini.
Giustamente un mio amico fa notare che sembrava il set di Otelma & Louise.

Il Vero Mistero di Sanremo 2015 Bianca Atzei è la prossima  con Ciao amore Ciao di quel tragico Sanremo 1967 che vide la morte del cantautore: con la sua NoceDiCocco incorporata sta trucidando Luigi Tenco e Dalida in una volta sola… che orrore.

Alex Britti – sempre più tinto di Conti – è alle prese con Io mi Fermo Qui di Donatello ed i Dik Dik, eliminata nel Sanremo 1970 ma che si prese la rivincita con le vendite: ennesimo assassino… mi sa che è meglio che torni a suonare la chitarra e basta.

Massimo Ferrero presidente della Sampdoria sul palco: io vado a munirmi di generi di conforto… non credo che sopravviverò stasera.

I Dear Jack passano il turno…

Momento nostalgia con gli Spandau Ballet e il loro medley di successi  e siamo nel 1985/1986  in un attimo… True, Gold, Trought the barricades… attimo di commozione e ricordano Steve Strange leader dei Visage, della cui morte è appena arrivata la notizia con Carlo Conti non se ne accorge nemmeno, bella figura.

E si riparte col Karaoke! Nuovo gruppo di cover, Lorenzo Fragola ha scelto Una Città per Cantare nella versione di Dalla scritta per Ron, corretta la presentazione stavolta gli autori hanno fatto le ricerche giuste: gradevole ma nulla di più.

Il Volo presenta  Ancora il successo di Edoardo De Crescenzo del Sanremo 1981, che all’epoca non arrivò neanche nelle prime dieci posizioni, ma ovviamente si prese la rivincita nelle vendite, diventando un classico nel corso degli anni. Le voci sono belle non c’è niente da dire, ma emozione quasi a zero.

Arriva sul palco Vittoria Puccini per il Marchettone sulla mini-serie su Oriana Fallaci, meglio stendere un velo pietoso, tranne che per la scelta della canzone sanremese, Quello che Le donne non dicono di Fiorella Mannoia.

Annalisa con Ti Sento dei Matia Bazar, successo megamondiale del 1985, nonché una delle canzoni più difficili da cantare: la voce è un filo sguaiata ma ci sta, manca l’eleganza e l’emozione di Antonella Ruggiero, passabile.

Lara Fabian canta uno dei suoi cavalli di battaglia Io Sto Male, in originale Je Suis Malade di Serge Lama del 1972 e portata al successo da Dalidà in Francia e da Ornella Vanoni in Italia nel 1973, e stavolta Lara è assolutamente strepitosa, una voce da brivido ed in interpretazione da pura emozione, anche se gioca in casa.

Passa il turno la cover di Ancora de il Volo, assolutamente prevedibile ma ingiusto.

Arisa sta un filino fuori di zucca e da vita ad un siparietto involontario comico che credo che sia la cosa migliore fino ad ora di questo Festival.

Prossima cover ancora un pezzo di Luigi Tenco, Vedrai Vedrai,  uscita la prima volta nel 1965, la seconda nel 1967 e ripubblicata nel 1970, gli autori che non ne azzeccano una stasera; comunque Gianluca Grignani passabile rispetto agli altri due che hanno scelto Tenco.

Nina Zilli con Se Bruciasse la città di Massimo Ranieri ci riporta nel 1969 con Canzonissima: pezzo decisamente nelle sue corde soprattutto vocali, brava.

Malika Nocedicocco Ayane ha scelto Vivere di Vasco Rossi che la rende sua, nel senso che non si distingue da una qualsiasi delle sue canzoni: l’omicidio perfetto.

Marco Masini ha scelto il pezzo di Francesco Nuti del Sanremo 1988, Sarà per te, abbastanza convincente ma anche qui sembra un pezzo “alla Masini”.

Ritorna l’ex chitarrista dei Gazosa, Federico Paciotti con una versione metal di Nessun Dorma… perché, non avevamo sofferto abbastanza?
Passa il turno Marco Masini con Sarà per Te.

Quindi in gara rimangono Moreno, Nek, I Dear Jack, Il Volo e Marco Masini.

Altri ospiti internazionali, i Saint Motel con la loro My Type e Cold Cold Man… molto simpatici e carine le canzoncine.

Solito intermezzo comico di Rocco Tanica dalla sala stampa… era meglio Arisa.

Classifica finale:
5 posto – Dear Jack,
4 posto – Moreno,
3 posto – Marco Masini,
2 posto – Il Volo,
1 posto –  vince la gara delle cover Nek con Se Telefonando.
Per stasera è tutto e a domani.

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