E finalmente ci siamo verdetto per i Big che si esibiscono con la canzone ancora in gara.
Per la votazione è stato utilizzato un sistema diabolico/complicato/misto che comprende la Giuria di Qualità (50%) – che stasera ha avuto 20 gettoni-voto a disposizione -, il televoto (25%) e con il computo del televoto ottenuto nella serata di giovedì (25%). La media si fa sulle percentuali, non sulla posizione.
I tre Big con il punteggio maggiore, il podio insomma, si esibisce nuovamente: a stabilire il vincitore quest’anno non sarà esclusivamente il televoto ma una votazione a sistema misto della Giuria di Qualità (50%) e del televoto (50%).
L’ordine di esibizione è stato il seguente:
Aristogatto Raphael Gualazzi: Sai (ci basta un sogno)
Almamegretta: Mamma non lo sa
Daniele Silvestri: A bocca chiusa
Modà: Se si potesse non steccare
Simone Tristicchi: La prima volta (che sono morto)
Maria Mistero Nazionale: E’ colpa mia
Annalisa: Scintille
Max Gazzè: Sotto casa
Chiara Galiazzo: Vacanze Romane Libertango remix 2013
Morta sui Tubi: Vorrei
Malika NoceDiCocco Ayane: E se poi
Elio e le Storie Tese: La canzone mononota
Marco Mengoni: L’essenziale
Simona Molinari&Peter Cincotti: Vengo Anche IO no tu NO 2013
L’apertura della serata finale è stata affidata alla musica classica, ossia alla distribuizione gratuita di farmaci contro l’insonnia e nel teatro si sentono lo stunk delle teste che collassano su se stessi.
E a seguire, l’ingresso di Lucianina travestita da Farfallina di Belan…
L’Aristogatto apre le danze con la sua jazzata Sai ci basta un sogno e probabilmente la Caselli gongola stasera tutta contenta. A seguire gli Almamegretta alla grande con Mamma non lo sa con Raiz che torna al suo posto. Danielino Silvesti a seguire con la sua paracula A bocca chiusa, e vediamo se quest’anno becca il premio della critica. Semprè piu favoriti i Modà si esibiscono con Se si potesse non steccare e… niente da fare: tengono fede anche stasera (però tocca dire almeno su questo sono coerenti).
Simone Tristicchi arriva sul palco e dalla regia mi fanno notare che la sua canzone assomiglia alla grande alla Le Cose cheabbiamo in Comune di Daniele Silvestri.
Maria Nazionale conosciuta come il Mistero Del Festival esegue E’ colpa mia ed io per l’ennesima volta mi chiedo se gli Avion Travel si potevano fare i cavoli propri.
Annalisa con i suoi capelli che su internet vengono definiti come Rosso Menopausa si esibisce con la sua Scintille ed io mi chiedo ancora il perché…
Max Gazzè arriva sul palco dopo aver svuotato il guardaroba smesso di Prince e Marilyn Manson… osceno come la sua canzone.
Chiara ripropone la sua canzone in un abito vedo-non-vedo e… preferirei non vedere.
Mi piacerebbe sapere che cosa ha in testa chi le ha affidato una canzone del genere: la ragazza è brava ma le stanno ammazzando il talento con una serie di scelte sbagliate.
Morta sui tubi con Vorrei: anche la gente su internet si è chiesta il motivo della loro presenza a Sanremo, come del resto anche le mie orecchie.
Con Malika Noce di Cocco Ayane, rispunta prepotentemente la Noce Di Cocco anche stasera, come del resto si fanno notare anche i capelli e come si legge su internet “C’è più giallo in Malika Ayane che nella coppia Enzo paolo Turchi – Carmen Russo”.
Elio e le storie tese arrivano sul palco con delle protesi che li fanno sembrare obesi e la risata si scatena: la canzone è come al solito allegra e strapiena di citazioni, chissà forse volevano spare come ci si sente a impersonare Giuliano Ferrara almeno una volta.
Successivamente guadagna il palco il cantante più Eterosessuale del Festival di Sanremo, Marco Mengoni con la sua l’Essenziale che a me nel ritornello ricorda tanto un’altra canzone che non riesco ancora a focalizzare.
Gli ultimi ad arrivare sul palco sono la coppia Molinari / Cincotti con la loro Vengo anche io no tu no 2013: la redazione si sofferma un attimo a guardare lo strano abito in quasi stile Rihanna, anche se probabilmente quest’ultima non avrebbe indossato la parte interna e probabilmente neanche la gonna se è per questo.
Appena si ferma il televoto, inizia quella terribile parte del programma che assomiglia sempre di più ad un brodo riscaldato ed allungato per sapere i risultati finali.
Arriva Claudio Bisio sul palco, spero quasi che prenda il microfono per intonare uno dei qualsiasi pezzi del suo storico disco “Patè D’animo”, e invece no, intermezzo comico che fa quasi rimpiangere Crozza.
Tra le altre cose si sono fatti notare quest’anno dei lampadari che pendevano dalle orecchie di Bianca Balti, ossia la presenza più inutile del Festival di quest’anno… la Balti: detta anche Modella coi Dentoni.
Momento musica pop-classica con il ritorno a Sanremo di Andrea Bocelli, accompagnato al pianoforte da Amos (l’ennesimo figlio di papà di questa manifestazione). Ben tre i brani da lui eseguiti: La voce del silenzio, Love me tender e Quizas quizas quizas. Di cui vi prego vivamente di andare a sentire le versioni originali, l’unica che si può permettere l’operatic/pop è Sarah Brightman e lui lo sa bene.
Si sorride con l’arrivo prepotente ma bonario del pilone della Nazionale di rugby Martin Castrogiovanni, un armadio a quattro ante che risveglia la Littizzetto a suon di ormoni.
Completamente in sordina invece è comparso il danzatore tedesco Lutz Forster, interprete preferito della grande coreografa Pina Bausch, il quale ha eseguito The Man I Love, performance basata sul linguaggio dei segni dei sordomuti, ed è poi letteralmente scappato via. E si è vista di sfuggita anche Birdy rivelazione pianistica sedicenne.
Capisco il tempo di crisi ma il prossimo anno si prenderanno gli ospiti direttamente da youtube?
Il brodo sanremese continua ad allungarsi, si arriva finalmente ai premi “minori”, quello della critica “Mia Martini” e quello assegnato dagli orchestrali: entrambi vinti da Elio e su questo nessuna sorpresa.
Si arriva finalmente al momento finale, la triade sul podio di Sanremo è composta da Elio e le Storie Tese, I Modà e dal cantante più eterosessuale del Festival Marco Mengoni.
E potere al televoto infatti il 63° Festival di Sanremo lo vince il cantante più eterosessuale del Festival Marco Mengoni.
Lacrime (nostre), saluti, sipario e per quest’anno è finita… vi saluto che ho l’astronave Maya parcheggiata qui fuori.
Alberto
30 Gennaio 2017Il pezzo che ti sembrava somigliare al Mango Mengoni era Raccontami di Renga