Incontrandosi con Federico Fellini, Ken Russell si rivide in lui, e i due maestri, reciprocamente, si definirono “Il Fellini inglese” e il “Ken Russell italiano”. Ken Russell è morto oggi,
e vogliamo ricordarlo, consapevoli che niente puo’ esprimere meglio il suo lavoro come la visione dei suoi film. Regista onirico e barocco, “papà spirituale” di registi come David Lynch o Peter Greenaway, i film di Ken Russell hanno definitivamente piegato il cinema alla sua intensa e ossessiva visione. Il Male, nelle sue sfaccettature umane e spirituali, è stato uno dei leit motiv della sua opera. Ha diretto alcuni tra i film cult più cult della storia del cinema, come I Diavoli o Tommy degli Who, ma non ha mai disdegnato la televisione, cui ha regalato, negli anni ’90, lavori come Lady Chatterly e Oltre la mente. Negli anni ’70 ha realizzato film come Donne in amore (1970), I Diavoli (1971), Messia selvaggio (1972), La perdizione (1974), Lisztomania, Tommy (1975) e Valentino (1977). Negli anni ’80 ha diretto pellicole come China Blue (1984), Gothic (1986) e L’ultima Salomé (1988), rimanendo ancorato alla sua personale, onirica e a tratti folle ricerca sul male e alle sue implicazioni.
E’ stato il primo in molte cose, come per esempio l’uso del Dolby per Tommy, o , per la BBC, l’uso di attori in documentari biografici.
La storia dell’arte e della musica sono tra gli argomenti più trattati dal regista, che amava inserire nelle sue opere la danza (in Valentino dirige nientemeno che Rudolf Nureyev) e preferiva trattare le biografie di autori tra i più interessanti e geniali “folli”.
Un’atmosfera mortifera permea tutte le sue opere, così come i temi prediletti: traumi infantili, impotenza sessuale/creativa e religione e le sue sacrileghe visioni.
E’ stato un indiscusso maestro del cinema, e cogliamo al volo la triste occasione della sua morte per ri-scoprirlo una volta per tutte.
Il cinema degli ultimi anni è stato fin troppo parco di capolavori del genere, e per vivere certe visioni non ci resta che guardare indietro per accorgersi de I Diavoli e renderlo definitivamente nostro bagaglio culturale.