18 versioni cinematografiche, a partire da quella del 1910 fino alle più recenti del 1996 e di oggi 2011 e 9 versioni televisive, milioni di lettori in tutto il mondo da quando è uscito il romanzo nel 1847: il romanzo gotico di Charlotte Brontë vanta numeri da capogiro. La storia di Jane Eyre, ragazza in perenne lotta contro una vita difficile, dove le avversità sono il pane quotidiano e la chiusura mentale della società il calderone nel quale si muove, è una storia che rompe la cortina di ferro dei secoli per approdare e sistemarsi comodamente anche nell’era di internet. Dice Alison Owen, produttrice: ”Se chiedessimo qual è la versione cinematografica definitiva di Jane Eyre nessuno saprebbe darci una risposta”.
Un bravo regista giovane (Cary Joij Fukunaga) e un buon cast (Mia Wasikowska e Michael Fassbender) hanno ridato vita ad un personaggio come Jane Eyre. Forte, austera quanto basta, l’eroina del romanzo è stato un esempio di virtù femminile moderna da seguire.
Fukunaga non aspettava di girare altro: “Alcuni anni fa, dopo aver scritto Sin Nombre ma prima di girarlo, ho cercato materiale da adattare che fosse di dominio pubblico. Jane Eyre è stato uno dei primi romanzi che mi è venuto in mente. Mi è sempre piaciuto esplorare l’idea della “famiglia” o della sua mancanza, mi ricordai in particolar modo del fatto che la protagonista aveva dovuto affrontare molte difficoltà in gioventù per trovare l’amore e una famiglia vera”.
E ad interpretare Rochester, il cinico e arrogante proprietario di Thornfield, la dimora dove approda Jane Eyre, è Michael Fassbender, Coppa Volpi 2011, che racconta: “Quando Jane si comporta in un modo niente affatto ossequioso nei confronti delle sue convinzioni e lo sfida, lui si rende conto che dentro di lei arde un vero e proprio fuoco che lei ha domato. Questa scoperta lo intriga. Gli spettatori dovrebbero far proprio il punto di vista secondo cui i due personaggi possono guarire dai loro mali aiutandosi vicendevolmente e sostenendosi l’un l’altro”.
Il film è gradevole, con una buona scelta visiva composta da immagini che rimandano al top del mondo fotografico contemporaneo (Alec Soth e Hellen van Meene) ed ha un buon ritmo, grazie anche alla scelta della sceneggiatrice Moira Buffini di rimaneggiare le varie parti del romanzo e ricomporle in un ordine diverso da quello originale. Dà respiro al film e lo rende più contemporaneo. Racconta la Buffini: ”Spero che questa versione soddisferà i molti appassionati del libro; sebbene forse non siamo stati fedeli alla struttura originale, la nostra versione cinematografica include tutti i punti chiave della storia di Jane. Abbiamo dato un quadro completo anche per aiutare i profani-cioè coloro i quali si avvicinano a questo romanzo per la prima volta- a capire e a immedesimarsi in Jane”.